RIVOGLIO VIAREGGIO
10,00 €
MARTINA BENEDETTI
PROPRIO nel 2020 Viareggio compie
200 anni. Universalmente conosciuta come grande mèta turistica per il suo mare
e lo straordinario Carnevale, la città fu dimora di Paolina Bonaparte e nella
prima metà del Novecento divenne un importantissimo polo culturale
internazionale. Situata in posizione invidiabile e arricchita da una splendida
architettura liberty, si meritò a lungo il titolo di Perla del Tirreno.
Fra i grandi artisti che vi hanno
soggiornato in modo più o meno durevole, o che vi hanno a lungo operato, si
annoverano Giacomo Puccini, Gabriele d’Annunzio, Leopoldo Fregoli, Ermete
Zacconi, ma anche Ettore Petrolini, Luigi Pirandello, Totò. La città ha dato i
natali a Mario Tobino e Lorenzo Viani.
Tanta varietà di fermenti artistici
e culturali fu la premessa per creare nel 1929 il celebre Premio letterario
Vìareggio, uno dei più prestigiosi del settore.
Una città così ricca – sia sul piano
delle bellezze paesaggistiche che architettoniche, e così effervescente in
campo culturale – arriva al suo duecentesimo compleanno col fiato corto.
Vittima della più bieca speculazione
edilizia durante il miracolo economico italiano, schiacciata da un forte
indebitamento pubblico, la città ha perso negli ultimi quaranta anni la sua
stella polare e oggi pare non riconoscersi più, immersa nel degrado e nel
traffico, afflitta dalla microcriminalità che sembra davvero un fenomeno
abnorme per una città di appena 60mila abitanti.
Un’artista viareggina doc, da sempre
innamorata della sua città, ne ricorda con accorata passione i bei tempi
andati, attraverso note che sono brevi ma intense riflessioni personali su
quanto è andato perduto per l’incuria dell’uomo e su quanto possa essere ancora
recuperabile affinché Viareggio torni ad ambire al ruolo di Perla del Tirreno.
“… pensare che Viareggio è stata quella che è stata, e che
oggi sia ridotta così, fa male allo spirito. E non credo sia una condizione che
attiene solo agli artisti o a semplici nostalgici. Ogni viareggino porta nel
proprio DNA il senso più profondo di questa magnifica città, l’intima essenza
di un luogo baciato da Dio e che l’uomo non ha saputo meritarsi fino in fondo,
corrompendone la bellezza e deviandone il destino…”
Attraverso personali riflessioni espresse in rapidi
quadri, una donna di teatro innamorata della propria città (che oggi festeggia
i duecento anni dalla fondazione) ci racconta la Viareggio che fu, ciò che è
diventata per l’improntitudine degli uomini, e come vorrebbe che fosse il
futuro di quella che era considerata la Perla del Tirreno.